Alberto Sordi, nato il 15 giugno 1920, è stato è stato un attore, regista, comico, sceneggiatore, compositore, cantante e doppiatore italiano. È stato anche uno dei pilastri della commedia all’italiana con Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Nino Manfredi e Marcello Mastroianni.
Si avvicinò al mondo della musica grazie al padre, all’epoca strumentista, che gli permise di studiare canto lirico. Arrivò, infatti, a far parte del coro della Sistina grazie alla splendida voce.
Riscosse molto successo anche come doppiatore, diventando famoso per aver prestato la propria voce a Oliver Hardy. La conferma del successo avvenne nel dopoguerra con i primi lavori in radio: qui inscenò personaggi diventati iconici come Il compagnuccio della parrocchietta, Mario Pio e il Conte Claro.
Un tratto distintivo che lo caratterizzava era quell’accento trasteverino inconfondibile. Questo fu in un primo momento un vero e proprio ostacolo per la sua carriera, ma col tempo divenne il suo punto di forza.
I primi incarichi come attore gli furono affidati da Vittorio De Sica in “Mamma mia, che impressione” e da Federico Fellini, che lo scelse come protagonista del suo esordio, “Lo sceicco bianco“(1952).
Pian piano le cose iniziarono a migliorare e con il film “I vitelloni” iniziarono i cambiamenti. Il personaggio di Sordi fece innamorare in breve tempo l’intero pubblico, grazie anche a “Un giorno in pretura“, “Piccola posta” e soprattutto “Un americano a Roma” (1954).
La svolta lo portò ad avere una carriera prolifica e con ritmi assurdi, arrivando a recitare in 10 pellicole all’anno. La sua carriera conta ben 152 pellicole, a cui partecipò come attore, regista o entrambi.
Lavorò a stretto contatto con i più grandi personaggi del cinema italiano, tra cui Monicelli, Fellini, Comencini, Dino Risi e tanti altri. Recitò ne “La grande guerra” di Mario Monicelli, premiato alla Mostra di Venezia col Leone d’oro nonostante le critiche numerose. L’anno successivo lo troviamo in ”Tutti a casa” di Luigi Comencini. Nel 1961 Sordi partecipa a “Una vita difficile” di Dino Risi.
Nell’elaborazione dei film e dei copioni, Sordi era sempre pronto a contribuire, tanto che ha aiutato a scrivere oltre 140 copioni oltre ai film diretti da lui stesso.
Un’altra sua grande capacità era quella di adattarsi e passare da un ruolo all’altro, anche se totalmente diversi. I suoi successi sono ormai eterni e perfino la critica americana lo celebra oggi come un monumento dell’arte della recitazione.
Nel 1966 volle dirigersi da solo per raccontarsi al grande pubblico con “Fumo di Londra“, nel quale rivelò le sue contraddizioni personali. La pellicola riscosse grandi consensi così Sordi elaborò altri 19 film dello stesso genere.
I suoi film più famosi, che gli valsero innumerevoli premi sia per le performance che per la carriera, sono sicuramente: I vitelloni (1953); Il seduttore (1954); La grande guerra (1959); Tutti a casa (1960); Il mafioso (1962); Fumo di Londra (1966); Amore mio aiutami (1969); Detenuto in attesa di giudizio (1971); Lo scopone scientifico (1972); Polvere di stelle (1974); Il comune senso del pudore (1976); Un borghese piccolo piccolo (1977); Il malato immaginario (1979); Il marchese del Grillo (1981) nella parte dell’ indimenticabile Onofrio del Grillo.
Alberto Sordi era un artista “tuttofare”, eccelleva nel canto e nella recitazione, ma anche nel ballo, nella conduzione e l’intrattenimento. Era anche molto legato alla propria vita privata come dimostra il suo essere circondato solo dai familiari più cari. Fu molto generoso verso i bisognosi con donazioni ed eventi di beneficenza. Nutriva, inoltre, una particolare affezione per Carlo Verdone, che potremmo definire come suo erede e figlioccio artistico. Nonostante ciò ci sarà sempre un solo ed unico Alberto Sordi.
Malato in modo grave di polmonite e bronchite per tutto l’inverno, Alberto Sordi morì la sera del 24 febbraio 2003 all’età di 82 anni, nella sua dimora a Roma.
Sulla sua tomba vi è inscritto l’epitaffio: “Sor Marchese, è l’ora“, ripreso da una sua celebre battuta nel film “Il marchese del Grillo”.