Interpretato magistralmente dall’attore Silvano Spadaccino [Foggia, 3 Dicembre 1933 – Monterotorno, 29 Dicembre 2010] con le sue polpette di Bavaria “che peccato tu non le puole mangiale“.
Nel secondo episodio, Fantozzi si reca a Ortisei per trascorrere la settimana bianca insieme a molti dei suoi colleghi. Si erano prenotati a settembre, ma il loro turno scatta a Maggio dell’anno successivo, quasi all’inizio dell’estate! Il treno partito da Roma si ferma e Fantozzi, che non ha ancora mangiato nulla, si affaccia dal finestrino e compra un sacchetto per il pranzo da un venditore ambulante della stazione per il prezzo di 9.000 lire; però, al momento di avere il resto delle 50.000 lire che gli aveva consegnato, il capostazione, d’accordo con il venditore, fa ripartire il treno. E così, come riferisce la voce narrante,
« …per 50.000 lire comperò nell’ordine: una forchettina di plastica, un coltellino di plastica, stuzzicadenti di plastica, un bicchierino di plastica, un’ala di pollo… di plastica, e una mela bacata! »
Durante il viaggio Fantozzi non riesce a dormire perché i suoi colleghi lo cacciano fuori dallo scompartimento, ritenendolo ingiustamente colpevole di aver prodotto maleodoranti flatulenze, provenienti in realtà da Calboni; la voce narrante afferma:
« Ancor più da temere era il geometra Calboni per una sua turba dal nome scientifico di Ventilatio Intestinalis Putrens… L’aria diventò subito irrespirabile! »
Arrivato a destinazione il gruppo capisce che non è previsto lo sci, così Fantozzi, che aveva promesso alla moglie Pina di perdere almeno 5 kg sciando, decide di farsi ricoverare nella clinica del “dimagrimento alternativo“, il cui direttore è il severissimo dietologo tedesco professor Birkenmaier. Costui impone una dieta che consiste in 20 giorni di digiuno totale in cella e, dopo 6 giorni, con la scusa che per fare una buona cura dimagrante occorre una grande forza di volontà, lo obbliga ad assistere alla sua cena luculliana senza consentirgli di toccare cibo: vinto dalla fame, il protagonista non resiste alla tentazione, e agguanta di nascosto alcune delle mitiche e deliziose “polpette di Bavària” riuscendo a mangiarne qualcuna, ma il professore lo controlla continuamente, e alla fine lo scopre mentre mastica. Fantozzi riceve quindi dai forzuti infermieri un’inquietante punizione corporale: sarà frustato fino a quando non sarà più in grado di reggersi in piedi.
Nel frattempo, Colsi, Mughini e Calboni, si improvvisano scalatori sulle montagne altoatesine, fino a quando Calboni, dando libero sfogo alle sue mefitiche emissioni intestinali, determina la caduta nel vuoto dei suoi compagni di cordata. Filini non si sa che fine abbia fatto.
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