La passione per la Cucina di Ugo Tognazzi

Ugo Tognazzi è uno di quegli artisti che, nella memoria degli appassionati, rimarrà sempre uno dei più cari e grandi personaggi del settore cinematografico.

Noto soprattutto per i tantissimi film di successo in cui ha recitato, come ad esempio “I Mostri”, la trilogia di “Amici Miei”, “Il Vizietto” e molti altri rimane ancora uno degli attori più apprezzati del cinema italiano.

Dedicò la sua intera vita alle sue due più grandi passioni: il cinema e la cucina.

La sua carriera come attore iniziò grazie ad alcune rappresentazioni teatrali in cui Tognazzi recitava di sera, dopo il lavoro come ragioniere. Da quel momento l’attore si farà largo nel vasto mondo del cinema, conquistando a suon di consensi il posto che si meritava.

Fu un attore dallo straordinario talento espressivo, come possiamo vedere nei tre film di “Amici Miei” in cui interpretava l’ormai decaduto Conte Mascetti, che gli è valsa la fama di “simbolo” della commedia all’italiana insieme a Gassman, Manfredi e Alberto Sordi.

Come già detto l’altra sua grande passione, a cui possiamo dire fosse dedito non meno che al cinema, fu la cucina. Lo stesso Tognazzi scrisse, infatti, un ricettario chiamato “Il Rigettario. Fatti misfatti e menù disegnati al pennarello” e altri libri di cucina.

Il suo amore per la cucina era talmente grande che, ironicamente, più volte ha definito il cinema e la sua carriera di attore come un piccolo hobby.

Famosissime sono le sue cene, nella sua villetta di Velletri, alle quali partecipavano colleghi e registi per assaggiare i suoi piatti e parlare di cinema, sport e donne (come affermato dal figlio di Tognazzi).

Abilissimo nel preparare sia piatti più spontanei e genuini sia pietanze più raffinate, Tognazzi vedeva la cucina con occhio romantico e nostalgico, in una sorta di ricerca dei sapori più antichi.
L’attore era solito coltivare da sé le materie prime che avrebbe poi usato in cucina. Tutto doveva essere perfetto, a partire dagli ingredienti fino ai commensali, tant’è che l’attore riceveva dei voti per i piatti preparati.

Quando questi non venivano apprezzati a pieno si racconta che Tognazzi si chiudesse in camera a riflettere e lasciasse gli altri compagni alla cena (sempre a detta del figlio). Possiamo sicuramente affermare che Tognazzi, attraverso queste cene, ricercasse la compagnia e il diletto, ma anche una sorta di contatto col pubblico ormai lontano.

www.barnecchi.it

Scrivi una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.I campi obbligatori sono contrassegnati *