La Supercazzola compie 5 anni sul vocabolario della lingua italiana

di Leonardo Vignoli

“Antani, blinda la supercazzola prematurata con doppio scappellamento a destra?”. Ancora oggi riecheggiano nelle nostre menti e nei nostri cuori le suddette parole nonsense pronunciate dal leggendario Ugo Tognazzi, alias conte Mascetti, nell’immortale trilogia di “Amici Miei”. Ma cos’è realmente la supercazzola? Essa corrisponde ad un neologismo metasemantico che indica una frase priva di senso logico della quale ci si serve al fine di farsi beffe del proprio interlocutore. Stando ad una testimonianza di Mario Monicelli la supercazzola fu inventata da Marcello Casco, uno scrittore/cabarettista che si serviva di questo metodo per prendersi gioco delle forze dell’ordine. La verità è che questo modo goliardico di confondere l’interlocutore nasce da molto lontano. Pensate che un paradigma espressivo quasi simile lo si può trovare nel Decameron di Giovanni Boccaccio, nei “Viaggi di Gulliver” di Jonathan Swift, nella disputa tra il Signor de’ Baciaculi e il signor de’ Fiutapeti presente nel celebre romanzo “Pantagruel” e financo nel “Don Giovanni” di Wolfgang Amadeus Mozart.

Al cinema invece prima di “Amici Miei” si ebbe una parvenza di supercazzola per merito dell’intramontabile Totò, il quale in film come “Fermo con le mani” e “Totò d’Arabia” si lanciava in esilaranti discorsi privi di senso al fine di confondere dei poveri malcapitati.

Dopo questa ampia digressione torniamo a parlare di “Amici Miei”, il film che di fatto ha sdoganato la supercazzola.

È soprattutto per merito del lungometraggio diretto da Monicelli infatti che il termine in questione è entrato ufficialmente a far parte del vocabolario italiano il 18 novembre del 2015.

Nel corso degli anni “Amici Miei” è diventato un vero e proprio modo di essere, di affrontare la vita con il sorriso sulle labbra. Raffaello Mascetti (Ugo Tognazzi), Rambaldo Melandri (Gastone Moschin), Giorgio Perozzi (Philippe Noiret), Guido Necchi (Duilio Del Prete/Renzo Montagnani) e il professor Sassaroli (Adolfo Celi) infatti sono cinque vitelloni che per esorcizzare la morte si danno alla goliardia più sfrenata compiendo scherzi che spesso sfociano nel cattivo gusto.

Gli schiaffi alla stazione dati ai passeggeri del treno in partenza, l’annuncio di un presunto imminente crollo della torre di Pisa e l’esilarante coro dei cinque madrigalisti moderni sono sequenze entrate ineluttabilmente nell’immaginario collettivo di milioni di italiani.

Tornando alla “Supercazzola”, quest’ultima viene citata sia con la “R” che con la “L”; tuttavia nel libro omonimo “Amici Miei”, scritto dagli stessi autori della sceneggiatura (Leo Benvenuti, Piero De Bernardi e Tullio Pinelli) si legge “supercazzora”.

La supercazzola nel corso degli anni si è radicata permanentemente in un contesto sociale ben delineato. Soprattutto in Toscana infatti ancora oggi i ragazzi rivolgono ai propri compari frasi senza senso con lo scopo di deridersi a vicenda. Lillo & Greg, una delle coppie comiche più famose del momento, ha raccolto il testimone della supercazzola proponendola in sketch televisivi di grande successo. Inoltre nel 2011 il regista Neri Parenti portò sul grande schermo “Amici miei – come tutto ebbe inizio”, un prequel del film di Monicelli in cui viene rievocata la supercazzola. Oggi quest’ultima compie cinque anni ma sono sicuro che resisterà alle intemperie del tempo perché possiede l’arma più forte di tutte: l’ironia.

www.supercazzola.it

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